Yandex, la multinazionale russa che fornisce servizi relativi ad internet, ricerca, trasporti, informazione, e-commerce, app mobili e pubblicità online, sarebbe vicina al default, in seguito alla sospensione dalle transazioni sulla borsa digitale di New York.
Infatti, proprio qualche settimana fa, il Nasdaq e Wall Street hanno decretato l’interruzione delle quotazioni delle società della Russia a tempo indeterminato, almeno fino a quando le stesse non avranno chiarito le modalità con cui le sanzioni inflitte dagli Stati Uniti e dall’UE abbiano avuto conseguenze anche su di loro.
A lanciare l’allarme è stato Yandex stesso, conosciuto come il Google russo, sia per le ingenti dimensioni della sua struttura, sia per la vastità dei servizi offerti. In un comunicato, la multinazionale russa, con sede in Olanda, ma che ha i suoi uffici di punta in Russia, ha dichiarato di non essere stata colpita dalle sanzioni. E, per questo motivo, clienti statunitensi, britannici o membri dell’Unione Europea hanno ancora la facoltà di effettuare acquisizioni o scambi dei titoli afferenti alla Yandex.
Tuttavia, il Google russo teme che, se la sospensione dovesse protrarsi per più di 5 giorni, i detentori di alcune obbligazioni avrebbero la facoltà di riscattare il proprio debito, accompagnato da una percentuale di interessi. Attualmente, infatti, Yandex non dispone di mezzi economici adeguati per “riscattare le banconote per intero”. E, seppur la multinazionale russa ottenesse le giuste risorse per agire in questa direzione, la spesa da affrontare sarebbe eccessiva, impattando negativamente “sulla posizione finanziaria e liquidità a breve termine”, oltre che sulla capacità di Yandex nell’ottemperare agli obblighi più stringenti. Infine, Bloomberg ha segnalato la difficoltà da parte di Yandex nel trattenere i consulenti finanziari e gli avvocati, figure professionali decisive per il risanamento del debito, in seguito all’evento di “delisting”, a cui la multinazionale è stata sottoposta.
Ivana Notarangelo