Dal 1° all’11 settembre prossimi, la Laguna del Lido ospiterà la 78/a Edizione del Festival del Cinema di Venezia. Annunciata come la più ricca degli ultimi dieci anni, la kermesse presenta un programma nutrito e dettagliato, seppur il protrarsi dell’emergenza sanitaria abbia obbligato gli organizzatori a modellare l’evento in base alle misure di contenimento del virus. Alberto Barbera, critico cinematografico e direttore del Festival, ha deciso affiancare le grandi produzioni ai film commerciali, senza rinunciare alle pellicole d’autore, assicurando così la presenza di diversi 59 Paesi del mondo. “La scorsa edizione ci eravamo illusi che fosse l’inizio della normalità, ma così non è stato. Nel frattempo, abbiamo lavorato per tutto l’anno a selezionare i film, che sono stati tantissimi, considerando che sono stati sommati quelli del 2020 e del 2021”, ha evidenziato Barbera durante la conferenza stampa di presentazione dei titoli.
Titoli tra cui spiccano ben cinque film italiani, caratterizzando questa edizione del Festival del Cinema di Venezia come quella in grado di vantare il maggior numero di pellicole nostrane mai registrato prima. E proprio il 2 settembre, secondo giorno della kermesse, segnerà l’esordio del primo lungometraggio italiano in concorso, “È stata la mano di Dio”. Prodotto da “The Apartment” per Netflix, accreditata come una delle pellicole più attese del Festival e della prossima stagione cinematografica, il nuovo film di Paolo Sorrentino parla proprio delle vicende del regista campano, attraverso un viaggio autobiografico nella sua giovinezza, la passione per il calcio, il Napoli ed il suo giocatore – simbolo, Diego Armando Maradona. Ed è stato lo stesso regista, in passato, a raccontarne i particolari: “Maradona mi ha involontariamente salvato la vita. Ho perso i miei genitori quando avevo 16 anni in un incidente domestico con una stufa in una casa di montagna, in cui di solito andavo con loro. Quel fine settimana non sono andato perché volevo vedere Maradona e il Napoli giocare con l’Empoli, il che mi ha salvato”.
Tanta attesa anche per “The Power of the Dog”, di Jane Campion, la prima donna che, nella storia del Festival di Cannes, è stata insignita della Palma d’Oro. E dal 1° dicembre il lungometraggio sarà fruibile anche su Netflix, che ne firma la produzione, mentre proprio nei giorni scorsi, ne ha rilasciato il trailer, in vista della kermesse in Laguna. Ispirato dal romanzo che ne riporta lo stesso titolo e scritto da Thomas Savage, The Power of the Dog si concentra sulla vicenda di due ricchi fratelli del Montana, Phil e George Burbank che, ben presto, vivranno un aspro contrasto, quando uno dei due deciderà di sposarsi.
La presenza italiana in Laguna si arricchisce, affiancando il film di Sorrentino, con altri quattro lungometraggi: “America Latina”, diretto da Damiano e Fabio D’Innocenzo, con protagonista unico Elio Germano; “Qui rido io”, di Mario Martone con Toni Servillo, Maria Nazionale ed Eduardo Scarpetta, dedicato proprio alla vita di Scarpetta; “Il buco”, di Michelangelo Frammentino con Nicola Lanza; “Freaks Out”, con un cast ricco di volti noti e conosciuti, come Claudio Santamaria, Pietro Castellitto, Giorgio Tirabassi e Aurora Giovinazzo.
Ma ad aprire la 78/a Edizione del Festival del Cinema di Venezia sarà “Madres Paralelas” di Pedro Almodóvar, con protagonista Penélope Cruz, che presta il volto anche a “Competencia Oficial”, diretto dal duo argentino Gaston Duprat e Mariano Cohn. Riflettori puntati anche sul film diretto da Pablo Larrain, “Spencer”, che ripercorrerà la vita di Lady Diana a ventiquattro anni dalla sua scomparsa. E ancora un po’ di Italia si respirerà nel film “The Lost Daughter”, diretto dall’attrice Maggie Gyllenhaal (all’esordio nei panni da regista), ma ispirato al romanzo “La figlia oscura” di Elena Ferrante. Completano la lista dei film in lizza per il premio, il thriller “The Card Counter”, diretto da Paul Schrader; “Nuevo Orden” di Michel Franco; “Mona Lisa and the Blood Moon”, curato da Ana Lily Amirpour; “Un autre monde” di Stéphane Brizé; “L’événement”, diretto da Audrey Diwan; “Illusions Perdues” di Xavier Giannoli; “On the Job: The Missing Eight”, a cura del regista filippino Erik Matti; “Leave no Traces” di Jan P. Matuszyński; “Captain Volkonogov Escaped” di Natasha Merkulova e Aleksey Chupov; “Reflecton” di Valentyn Vasyanovych, che due anni fa si era già aggiudicato “Orizzonti” con il film “Atlanta” e “La Caja”, diretto dal regista venezuelano Lorenzo Vigas. Molte sono anche le proposte cinematografiche fuori concorso, mentre sono diciannove quelle che gareggiano per le diverse sezioni, presenti ogni anno nella kermesse del Lido. In particolare, per la categoria “Orizzonti”, l’attenzione è tutta per l’unica italiana in gara, Laura Bispuri, con “Il paradiso del pavone”.
Ivana Notarangelo