Alternanza Scuola – Lavoro: un caso di successo a Roma

Alternanza Scuola – Lavoro: un caso di successo a Roma

Abbiamo contattato due giovani studenti di Roma reduci da una bellissima esperienza di alternanza scuola lavoro presso l’azienda Syrus Industry

Strategia e innovazione accompagnate da precisione chirurgica e tempismo: questa è Syrus Industry (www.syrusindustry.com), raccontata da chi è nato e cresciuto in azienda, grazie all’esperienza dell’alternanza scuola-lavoro. Una web agency Google Partner specializzata nello sviluppo software e nel marketing online, settori che non sono materia di studio a scuola, ma che ormai riguardano tutte le professioni. Per questo fare pratica e acquisire esperienze utili, sul campo, mentre si frequenta ancora la scuola superiore, è fondamentale. L’alternanza scuola-lavoro rappresenta una “modalità didattica innovativa, che attraverso l’esperienza pratica aiuta a consolidare le conoscenze acquisite a scuola e testare sul campo le attitudini di studentesse e studenti, ad arricchirne la formazione e a orientarne il percorso di studio e, in futuro di lavoro, grazie a progetti in linea con il loro piano di studi”, spiegano dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che ha reso obbligatorio questo importante passaggio per tutte le studentesse e gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori, licei compresi, con la Legge 107 del 2015 (“La Buona Scuola”). 

L’esperienza in Syrus è iniziata in maniera curiosa – racconta Mirko Provenzano, 19 anni, uno dei ragazzi coinvolti nel percorso lavorativo gestito dal suo ex istituto scolastico e dall’azienda romana – Frequentavo il terzo anno, e la fondazione che avrebbe dovuto farci da tutor si è tirata indietro a due giorni dal via del progetto. Syrus ha preso immediatamente l’incarico, così quell’estate ho iniziato una delle esperienze formative più importanti della mia vita”. Un percorso andato avanti per tutto il triennio, tutti i pomeriggi dopo le lezioni.  “Personalmente rifarei diecimila volte lo stesso percorso – aggiunge ancora Mirko Provenzano – Abbiamo iniziato un progetto con le scuole ed è bello poter tornare nel mio ex istituto in veste di docente e approfondire materie e argomenti mai trattati, e che diventeranno parte della vita comune”.

Lavorare, già nel corso delle scuole superiori, diventa dunque essenziale per poter entrare nel mercato del lavoro, in particolare nel settore internet-digital, in Italia. “Questo settore è in costante aggiornamento, il lavoro cambia ad una velocità pazzesca – spiega Gabriele Antonelli, 19 anni, anche lui coinvolto nell’alternanza scuola-lavoro con Syrus – E’ difficile stare dietro all’innovazione soprattutto in un paese come l’Italia che, purtroppo, è più lento di altri nell’assorbire e diffondere le novità. Abbiamo, però, imparato a fare di queste difficoltà un punto di forza: conoscere nuove tecnologie, imparare l’uso nuovi tool e spaziare da un settore all’altro è diventato un processo sempre più rapido. Per questo quando andiamo a realizzare un progetto di innovazione siamo sempre tra i primi in Europa ed i primissimi in Italia”.

Fare pratica, accedere al mondo del lavoro e, successivamente, stare dall’altra parte, entrando in contatto, per motivi educativi e professionali, con giovani studenti delle scuole medie. Si tratta della nuova generazione di nativi digitali, diversa dai 20enni di oggi. “Penso che se la mia generazione è quella dei nativi digitali, gli studenti delle scuole medie di oggi sono ancora di più, e possono già insegnarci tanto a livello tecnologico – conclude Gabriele Antonelli –  Basti pensare a quanto ci è accaduto alla scuola di Montecompatri: il primo giorno abbiamo fatto una lezione sul funzionamento dei micro-controllori esaminando il Raspberry PI attraverso un kit ideato da noi. Il kit comprendeva dei led e durante la prima giornata non abbiamo parlato di Coding o di Cyber-Security, ma uno studente, in prima fila era particolarmente interessato alla lezione ed interveniva spesso, facendo domande anche molto tecniche. Il giorno successivo, appena abbiamo distribuito e acceso i kit, ancora prima di cominciare, i led dei Raspberry di tutta la classe si sono accesi: il responsabile era appunto questo studente di terza media che aveva bucato il wi-fi ed era riuscito ad entrare nei kit di tutta la classe. Ecco, la differenza tra le generazioni non è di una marcia solamente ma, restando in tema di motori, è quasi come il passaggio dal motore aspirato a quello turbo”.

Sonia Arpaia

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