“Follow The Truth”, “Segui la Verità”: questo il motto di “Truth Social”, la piattaforma che Donald Trump ha deciso di lanciare all’inizio del prossimo anno e che rischia già di subire un primo stop, a seguito di un’indagine aperta dagli enti regolatori statunitensi. L’obiettivo è approfondire le modalità con cui l’ex presidente degli Stati Uniti è andato avanti nella progettazione della società di social media. La Security Exchange Commission (SEC) e la Financial Industry Regulatory Authority si sono attivate immediatamente soprattutto quando, in seguito alla fusione tra la Digital World Acquisition Corp (DWAC) e la Trump Media & Technology Group, un deputato repubblicato, Devin Nunes, ha annunciato che avrebbe rimesso il suo mandato, per assumere la carica di Amministratore Delegato di “Truth Social”.
Le indagini, poi, stanno puntando la loro attenzione sulle riunioni del consiglio di amministrazione del DWAC, sulle attività di acquisto e vendita delle azioni, sulle generalità di alcuni investitori interessati dalla trattativa e sui particolari delle comunicazioni che il DWAC e la società di social media di Trump si sono scambiate. L’inchiesta, poi, ha avuto inizio tre settimane dopo che la senatrice democratica Elizabeth Warren ha chiesto alla Securities and Exchange Commission di indagare su “possibili violazioni dei titoli presso l’azienda”, con l’intento di capire cosa siano quelle “acquisizioni speciali”, grazie alle quali l’ex Presidente USA ha realizzato le sue intenzioni. Pertanto, le voci sulle acquisizioni speciali e la fuoriuscita del deputato hanno aperto le basi per una battaglia politica e social contro la piattaforma di Trump.
“Truth Social“, è ormai chiaro, intende lanciare il guanto della sfida soprattutto a Twitter e Facebook, i social che hanno limitato e poi bannato l’ex presidente degli Stati Uniti per i messaggi a sostegno dell’assedio del Campidoglio lo scorso 6 gennaio, in occasione dell’insediamento di Joe Biden. La senatrice Warren ha evidenziato che, stando ad alcuni rumors del settore, il “DWAC potrebbe aver commesso violazioni dei titoli tenendo discussioni private e non divulgate sulla fusione già a maggio 2021, omettendo queste informazioni nel deposito e in altre dichiarazioni pubbliche”.
Ma Trump sembra non volersi arrendere. Nonostante le indagini in corso, riporta l’agenzia Reuters, la nuova società del tycoon americano sta tentando di mettere insieme un miliardo di dollari per realizzare la start-up che avrà il compito di rilasciare il nuovo social. In realtà, il lancio del progetto social di Trump doveva realizzarsi lo scorso novembre, almeno per la diffusione della versione beta. Ma l’esordio è stato rinviato e, stando a quanto comunicato dalla Trump Media & Technology, il lancio di Truth Social avverrà prima delle “elezioni di medio termine” negli USA, previste per l’8 novembre 2022. Tuttavia, il progetto social dell’ex presidente degli Stati Uniti sta sollevando curiosità tra gli esperti del settore. Infatti, Milos Vulanovic, specialista nel comparto delle Special Purpose Acquisition Companies (SPAC) presso la “Edhec Business School” di Nizza, in Francia, ha dichiarato al Guardian che l’impresa mediatica di Trump ha forti connotazioni anche politiche. Pertanto, ha evidenziato l’esperto, potrebbe portare “nuovi investitori, che potrebbero non comprendere appieno come funzionano le SPAC nel mercato”. E, proprio per questo motivo, ha concluso Vulanovic, “non vedo perché i media sponsorizzati da Trump non potrebbero prendere il 10% del mercato dei social media e fare enormi soldi per Trump e i suoi investitori”.
Ivana Notarangelo
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