World Economic Forum 2022: dibattito aperto sul futuro della Terra

World Economic Forum 2022: dibattito aperto sul futuro della Terra

Dopo due anni di assenza, anche il World Economic Forum di Davos è tornato a riunirsi in presenza. E, così, da domenica 22 a giovedì 26 maggio 2022, gli esponenti più in vista della politica e dell’economia internazionale, insieme ad intellettuali e giornalisti selezionati, si sono ritrovati per discutere delle questioni più stringenti che, al momento, il mondo è chiamato ad affrontare.

Al centro della quattro giorni di meeting, noto anche come Forum di Davos, accompagnati anche dai diversi video appelli del presidente ucraino Zelensky, non poteva mancare un dibattito sull’attuale situazione in Ucraina, sul futuro della globalizzazione, sul commercio internazionale e sulla crisi economica ed alimentare mondiale, che hanno conosciuto un drammatico incremento a causa della guerra in corso.

Al termine del lungo dibattito, gli osservatori e gli esperti hanno confermato come il futuro economico è tutt’altro che rassicurante. E, allo stesso tempo, hanno dichiarato che il 2022 rischia di essere ricordato come l’anno peggiore, a causa della grave flessione economica globale, le cui conseguenze avranno il maggior impatto sui paesi più fragili. Infatti, stando al rapporto presentato dall’Oxfam, il conflitto russo – ucraino e l’emergenza sanitaria hanno ampliato la forbice tra ricchi e poveri, incrementando le disuguaglianze sociali, peggiorandole.

A margine del summit e in seguito all’esposizione del rapporto, Misha Maslennikov, policy advisor di Oxfam Italia, ha evidenziato anche che la pandemia non ha sensibilizzato l’umanità ad una maggior senso di solidarietà. Inoltre, il World Economic Forum ha evidenziato come il biennio contrassegnato dal COVID – 19 ha registrato il successo per il settore dell’hi – tech, che ha segnato il boom dei ricavi, con Amazon capofila del comparto, in grado di triplicare i suoi guadagni. Allo stesso tempo, la spesa militare è raddoppiata negli ultimi vent’anni, arrivando nel 2021 a toccare una quota pari a 2113 miliardi di dollari. Ma le cifre elevate investite nell’industria bellica stridono con le previsioni per l’anno in corso. Il 2022, infatti, hanno evidenziato i convenuti al summit, farà registrare una minore attività economica, un’inflazione più elevata, stipendi sempre più bassi e un rischio concreto di carestia globale.

Ivana Notarangelo