Con cinque provvedimenti appena pubblicati, il Garante Privacy interviene per la prima volta a tutela di potenziali vittime di revenge porn. L’Autorità, come specificato in una nota, ha agito con ingiunzioni in via d’urgenza a Facebook, Instagram e Google chiedendo adottare immediatamente “tutte le misure necessarie ad impedire la diffusione sulle relative piattaforme del materiale (video, foto) segnalato all’Ufficio del Garante da alcune persone che ne temevano la messa on line“.
Il revenge porn e, più in generale, il fenomeno di diffondere immagini e video privati, a sfondo sessuale ma non solo, senza il consenso degli interessati o per ricattarli, è reato da circa tre anni, e gli interventi presi dal Garante della Privacy rientrano tra i compiti introdotti con il Codice della Privacy nel dicembre 2021.
Al Garante, infatti, è possibile inviare segnalazioni, anche in caso di minori che hanno più di 14 anni. La segnalazione può avvenire, ed essere presa in considerazione, purché ci sia un fondato motivo di ritenere che registrazioni audio, video, foto a contenuto sessualmente esplicito che lo riguardano senza il suo consenso. Ricevuta la segnalazione il Garante si attiva tempestivamente per disporre il blocco preventivo alle piattaforme coinvolte, proprio come accaduto con questi primi provvedimenti. Come accaduto, ad esempio, nel caso di uno dei provvedimenti adottati d’urgenza dal dirigente del “Dipartimento libertà di manifestazione del pensiero e cyberbullismo”.
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