La politica italiana in materia di immigrazione lavorativa, regolata dai decreti flussi, continua a generare dibattito e preoccupazioni in merito alla sua efficacia e equità. I recenti click days del Decreto Flussi 2023, tenutisi il 2 e il 4 dicembre, hanno evidenziato una disparità significativa tra le domande presentate e le quote disponibili, sollevando interrogativi sulla gestione del sistema di ingresso per lavoratori stranieri in Italia. Con l’Avvocato Pitorri Iacopo Maria del Foro di Roma (nella foto) abbiamo analizzato questo sistema a doppio taglio, leggendo i dati e gli esiti delle domande digitalizzate.
Contestualizzazione del Decreto Flussi
Il Decreto Flussi, un documento emanato periodicamente dal presidente del Consiglio dei ministri, stabilisce le quote annuali per l’ingresso di lavoratori stranieri in Italia. Queste quote sono suddivise in diverse categorie, come lavoro subordinato (stagionale e non), lavoro autonomo, e conversioni di permessi di soggiorno. La procedura di inoltro delle domande è completamente digitalizzata, rendendo il processo telematico e accessibile online.
“Nei click days del 2023 il numero di domande presentate ha superato notevolmente le quote stabilite” ha osservato l’Avvocato Pitorri. Per il lavoro subordinato non stagionale, ad esempio, sono state trasmesse 50.576 istanze rispetto alle 39.030 quote previste, evidenziando una domanda tre volte superiore alle opportunità effettive. “Questo squilibrio tra domanda e offerta – continua Pitorri – pone questioni riguardo all’adeguatezza delle quote rispetto alle reali necessità del mercato del lavoro.”
A Napoli, che primeggia per il numero di domande ricevute, si nota ad esempio un’alta percentuale di nulla osta rilasciati rispetto alle quote assegnate. Tuttavia, il tasso di successo nella trasformazione dei nulla osta in contratti di soggiorno è drasticamente basso. Nel 2023, per esempio, non è stato registrato alcun contratto sottoscritto fino ad agosto, nonostante i numerosi nulla osta rilasciati.
Analisi dei Dati Nazionali
A livello nazionale, emerge un quadro preoccupante: solo un terzo delle domande di lavoro esaminate riesce a concludersi con la sottoscrizione del contratto di soggiorno e il rilascio del permesso di soggiorno. “Questo dato, in effetti, riflette la scarsa efficacia del sistema nel facilitare l’ingresso regolare di lavoratori stranieri in Italia, determinando una situazione di precarietà e irregolarità per la maggior parte di loro” osserva l’Avvocato Pitorri.
Differenze Regionali e Efficienza Procedurale
Analizzando i dati territorialmente, si osserva una maggiore efficacia del sistema nel nord Italia rispetto al sud. Nel settentrione, circa il 30% dei nulla osta si trasforma in contratti di soggiorno, mentre nel sud la percentuale scende al 12%. Questa disparità regionale solleva questioni su possibili inefficienze procedurali e di gestione delle domande.
Dai dati emerge chiaramente che il sistema del decreto flussi è inefficace e va superato. La campagna “Ero Straniero” propone l’introduzione di canali più flessibili e diversificati per l’ingresso lavorativo, nonché la possibilità per chi è già in Italia senza documenti di regolarizzare la propria posizione in qualsiasi momento. “Queste misure – conclude l’Avvocato Pitorri – potrebbero rappresentare passi cruciali verso un sistema di immigrazione lavorativa più equo e funzionale, in linea con le esigenze del mercato del lavoro e il rispetto dei diritti dei lavoratori stranieri.”