Dopo il boom di download per l’app di messaggistica istantanea Signal, il 2021 fa segnare un altro protagonista, questa volta tra i social. Si tratta di Clubhouse, definito dagli esperti del settore come “il nuovo fenomeno della Silicon Valley”. Clubhouse ha visto la luce nell’aprile del 2020, proprio nel corso dei mesi più caldi della pandemia, grazie all’ingegno dell’imprenditore Paul Davison e dell’ex impiegato di Google, Rohan Seth. A quasi un anno di distanza dal suo esordio nel mondo dei social, Clubhouse conta già migliaia di iscritti. Infatti, fonti autorevoli e vicini all’azienda di Silicon Valley parlano di una cifra vicina ai 2 milioni di utenti, con investimenti pari ad alcuni milioni di euro.
La peculiarità di questo nuovo social, che poi rappresenta un’assoluta novità per il settore, è l’assenza di foto, video o scritte. Clubhouse, infatti, è solo audio, in un certo senso l’anti-Instagram. Niente immagini, panorama mozzafiato e selfie. Clubhouse è paragonabile ad una sorta di podcast interattivo, e permette di partecipare a discussioni o semplicemente ascoltare in diretta live dibattiti, chiacchierate e conversazioni di diverso genere e tipologie. A tal proposito, proprio sul sito ufficiale, Clubhouse viene definito come “un nuovo prodotto social basato sulla voce, che permette alle persone, ovunque si trovino, di chiacchierare, raccontare storie, sviluppare idee, approfondire amicizie e incontrare nuove persone interessanti in tutto il mondo”.
Oltre all’assenza di foto, video e grafica, Clubhouse attira anche per la sua esclusività. L’accesso non è subordinato ad un’iscrizione libera, poiché diventa possibile unicamente se l’utente riceve l’invito da un altro user, una sorta di “pass”, che consente di entrare nelle diverse stanze virtuali presenti. La successiva registrazione, poi, richiede l’immissione dei propri dati personali, utili per verificare l’identità del nuovo entrato ed il compimento della maggiore età.
Grazie al lavoro di un algoritmo specializzato, in grado di studiare i suoi interessi, amicizie e i gusti, l’utente visualizzerà le diverse room disponibili. Al loro interno, infatti, si parla di argomenti di diversa natura e, soprattutto, ogni stanza disponibile è dedicata ad un tema sempre nuovo, guidata da un amministratore, che funge da moderatore principale. Giunto nella room virtuale prescelta, sarà l’utente a decidere se assistere alla conversazione, ascoltando semplicemente il dibattito, oppure partecipare attivamente, dando il proprio contributo ed esprimendo un’opinione o un pensiero in tema. Infatti, all’interno della stanza si possono assumere i diversi ruoli di moderatori, speaker o ascoltatori. Il moderatore ha il compito di gestire le conversazioni, invitando gli altri all’intervento o, in caso di necessità, togliendo la parola ai convenuti. Gli speaker sono tutti quelli abilitati a parlare e, infine, gli ascoltatori sono i partecipanti che assistono muti, con la possibilità di chiedere la parola durante la discussione. Come tutti i social, anche Clubhouse nasconde insidie e rischi.
Tuttavia, se sulla piattaforma di concretizzano e vengono alla luce episodi spiacevoli (offese, insulti, violenza, cyberbullismo…), i colpevoli vengono subito identificati e sottoposti a provvedimenti di diverso genere: da un semplice avvertimento, sotto forma di esortazione decisa, fino all’espulsione dal social e alla segnalazione alle forze dell’ordine. Inoltre, come accade in un club esclusivo, anche su questa piattaforma vige la norma della riservatezza e della segretezza, poiché tutto quello che accade al suo interno non può essere diffuso né rivelato. Le policy, pertanto, vietano il download e la condivisione su altri social e piattaforme delle conversazioni tenute su Clubhouse. Inoltre, sempre in tema di privacy, l’app non gode dell’accesso alla voce dell’utente, qualora quest’ultimo abbia opzionato l’impostazione in “muto”; allo stesso tempo, i messaggi si distruggono appena la room viene chiusa. Qualora, però, si verifichino violazioni accertate per la privacy e la sicurezza, gli audio si conservano per l’accesso, al fine di portare avanti le verifiche necessarie alla risoluzione del problema rilevato.
Vista l’elevata esclusività di cui Clubhouse gode, al momento è disponibile per il download, ma soltanto in versione “beta” e per i dispositivi iOS. Scaricabile anche in Italia però solo su invito, l’app si sta diffondendo sempre più. E, sull’onda del successo raccolto in questo primo anno di lancio, i più esperti sono certi di come la piattaforma sarà il social di grido per il 2021. “La vera forza di Clubhouse è il mezzo audio: ingaggia anche se siamo impegnati in altre attività, intrattiene e fa socializzare, e attiva l’immaginazione”, ha assicurato uno degli “utenti precoci” dell’app per l’Italia.
Ivana Notarangelo