La Legge n.176/2023, promulgata il 1° dicembre 2023, rappresenta un momento cruciale nella regolamentazione dell’immigrazione in Italia, introducendo importanti modifiche al precedente decreto legge n.133/2023. Questa nuova normativa, che mira a rafforzare il controllo sull’immigrazione irregolare e a migliorare le misure di accoglienza, si accompagna al disegno di legge per la ratifica del trattato con l’Albania, contribuendo a delineare un quadro più complesso e strutturato per la gestione dei flussi migratori.
Ne abbiamo parlato con l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri del Foro di Roma, avvocato immigrazionista con il quale abbiamo già avuto il piacere di collaborare in occasione di altri nostri precedenti approfondimenti.
Modifiche Chiave del Decreto Legge n.133/2023
La Legge n.176/2023 introduce rilevanti modifiche, in particolare in merito alla procedura di espulsione per i cittadini extra-UE a lungo soggiorno in Italia, nonché nella gestione dei minori stranieri non accompagnati. “Tra le novità più significative – osserva l’Avvocato Pitorri – vi è l’articolo 01, che prevede l’ampliamento delle condizioni in cui uno straniero può essere negato l’ingresso o espulso dal territorio nazionale, includendo reati specifici come le lesioni personali gravi e le pratiche di mutilazione genitale femminile.”
Questo approccio rafforza la linea già tracciata dal terzo periodo dell’art. 4, comma 3, del testo unico sull’immigrazione (D.Lgs. 286/1998), che poneva restrizioni all’ammissione di stranieri in base a criteri di sicurezza pubblica e ordine pubblico.
Riguardo ai Minori Stranieri Non Accompagnati
La legge incide significativamente sulla tutela dei minori stranieri non accompagnati, prevedendo procedure più stringenti per la loro identificazione e accoglienza. Si affronta la questione degli arrivi massicci e ravvicinati di minori, stabilendo che in caso di emergenza, il prefetto può attivare strutture ricettive temporanee, con specifiche disposizioni per garantire un’adeguata tutela di questa categoria vulnerabile.
Trattato Italia-Albania
Il disegno di legge di ratifica del trattato con l’Albania, approvato dal Consiglio dei Ministri il 5 dicembre 2023, rappresenta un ulteriore sviluppo nella politica migratoria italiana. L’accordo prevede la creazione di centri in Albania per gestire i migranti soccorsi in acque extraeuropee, con l’intento di alleggerire la pressione sui sistemi di accoglienza italiani.
“Questi centri, equiparati agli hotspot italiani e ai centri di permanenza per il rimpatrio, seguiranno le normative italiane ed europee sull’immigrazione”, ricorda Pitorri. Ciò comporta anche una competenza esclusiva del Tribunale di Roma per le questioni giurisdizionali connesse, un aspetto che potrebbe aggravare il carico di lavoro del tribunale e complicare l’esercizio del diritto di difesa.
Questioni Costituzionali e di Legittimità
Nonostante gli sforzi per rafforzare le politiche migratorie, emergono dubbi sulla legittimità costituzionale di alcune disposizioni, in particolare quelle relative alla difesa dei diritti dei migranti e all’espulsione. Le nuove norme potrebbero infatti entrare in conflitto con i principi fondamentali della Costituzione italiana e con la normativa europea, come già evidenziato da alcune decisioni giurisdizionali.
La Legge n.176/2023 e il disegno di legge sulla ratifica del trattato con l’Albania rappresentano passi importanti nella gestione dell’immigrazione in Italia. Tuttavia, questi sviluppi sollevano questioni complesse riguardanti l’efficacia delle strategie di contrasto all’immigrazione irregolare e la conformità con gli standard costituzionali e europei. In questo contesto, il dibattito politico e giuridico rimane acceso, con la prospettiva di future evoluzioni e chiarimenti, soprattutto in vista