Abbiamo contattato Cristiana Falcone, consigliere e membro del Comitato Parti Correlate e del Comitato Sostenibilità in TIM, in occasione dell’evento Deutsche Bank x ORRAA Ocean Conference 2022 sul tema della blue economy.
Dal 26 al 28 settembre si è svolto l’evento Deutsche Bank x ORRAA Ocean Conference 2022, attraverso il quale si è chiesto ai leader globali ed agli investitori privati di contribuire a raggiungere l’obiettivo delle Nazioni Unite di proteggere il 30% degli ambienti marini globali entro il 2030. L’evento ha messo le basi per costruire, a partire dai clienti di Deutsche Bank, una comunità di investimento a sostegno dell’economia blu sostenibile (“blue economy”).
Il capitale privato può “contribuire al benessere della blue economy e creare un impatto duraturo per le generazioni future” ha affermato Claudio De Sanctis, Global Head of Deutsche Bank’s International Private Bank (IPB), mentre per Karen Sack, Direttore Esecutivo in ORRAA (Ocean Risk and Resilience Action Alliance), l’evento organizzato con Deutsche Bank è stato “un trampolino di lancio davvero importante in termini di ulteriore sviluppo della comunità degli investitori per gli oceani, oggi più che mai è importante riunire il pensiero intelligente di investitori, imprenditori e scienziati e utilizzarlo per catalizzare l’azione e gli investimenti nella resilienza degli oceani”.
Ripristinare e conservare gli oceani
Il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’inquinamento rappresentano oggi una triplice crisi planetaria. Attraverso la filantropia, si possono sostenere soluzioni basate sulla natura per combattere questa crisi ed affrontare le nuove sfide economiche e sociali derivanti dal deterioramento dei nostri oceani. Le minacce, rappresentate principalmente dalle elevate emissioni di CO2, dall’acidificazione, dalla deossigenazione e dallo sbiancamento dei coralli, mettono in pericolo gli oceani.
Gli investimenti in soluzioni basate sulla natura possono proteggere, sostenere e ripristinare gli ecosistemi dell’oceano, quali le barriere coralline, le foreste di mangrovie e le zone umide costiere. Deutsche Bank lavora per mettere in contatto i donatori e gli scienziati che collaborano su specifici progetti per ripristinare e conservare gli oceani (clicca qui per saperne di più sull’Ocean Resilience Philanthropy Fund di Deutsche Bank).
Gli speaker dell’evento
Alla conferenza hanno partecipato, tra i tanti, Ralph Chami (Direttore dell’Institute for Capacity Development, presso il Fondo Monetario Internazionale), José María Figueres Olsen (uomo d’affari, ex presidente della Costa Rica dal 1994 al 1998), Louise Heaps, (Responsabile del dipartimento per la sostenibilità della Blue Economy in WWF), Callum Roberts (scienziato membro del progetto del governo australiano denominato Coral Bank), Richard Spinrad (oceanografo e funzionario governativo americano che funge da amministratore della National Oceanic and Atmospheric Administration) e Cristiana Falcone (consigliere e membro del Comitato Parti Correlate e del Comitato Sostenibilità in TIM).
La nostra redazione aveva già approfondito, proprio con Cristiana Falcone, i temi della sostenibilità, della trasparenza, della valorizzazione delle persone e dell’intelligenza artificiale. Abbiamo avuto il piacere di contattarla di nuovo, in occasione della Ocean Conference 2022, dove, come già detto, è intervenuta come speaker. “Gli oceani ormai non sono più soltanto un investimento o una causa da abbracciare […] da un paio di anni a questa parte sono apparsi nei miei radar perché la carbon blue economy (un modello di economia dedicato alla creazione di un sistema economico sostenibile che riduca le emissioni di carbonio, ndr) è la nuova frontiera degli investimenti, non solo filantropici”, ha dichiarato Cristiana Falcone. “Investire nel capitale naturale e ripristinare la natura in difficoltà – continua – è un’impresa che rientra, attraverso diversi vettori, nella strategia delle 3 P nel management della sostenibilità: Profit, People, Planet”.
Entro il 2050, secondo un recente rapporto Deloitte, saranno investiti 175 miliardi nella blue economy, fatti salvi gli affari dei Governi, che al momento ragionano per “micro targeting”. Cristiana Falcone ricorda come il segretario dell’ONU Antonio Guterres abbia parlato “in modo molto pragmatico dell’incapacità delle nazioni di muoversi rapidamente per affrontare la crisi climatica”, invitandoci a riflettere sull’importanza di agire come fossimo un’unica comunità nel mondo di fronte ad un’economia da restaurare anche attraverso nuove frontiere quali l’oceano. “Guterres – sottolinea Cristiana Falcone – ha invitato le parti in causa a lavorare affinché si passi da una coalizione di volenti a una vera coalizione del mondo”. Per arrivare a questo punto sarebbe necessario “cominciare a pensare non solo in termini di profitto e crescita finanziaria ma, piuttosto, in termini di prosperità”, continua Cristiana Falcone
Attraverso questa pagina del sito delle Nazioni Unite potete leggere un approfondimento alle recenti dichiarazioni di Guterres, mentre, cliccando qui, troverete ulteriori dettagli sulla conferenza Deutsche Bank x ORRAA.
La proposta di Conservation International
Anche se il mondo smettesse completamente di utilizzare i combustibili fossili, non riusciremmo a scongiurare lo scenario di disastro climatico. E’ quanto sostiene in questo articolo Conservation International, organizzazione senza scopo di lucro, con sede negli Stati Uniti, che dal 1987 lavora per preservare la biodiversità globale di piante, animali e paesaggi. “Le soluzioni per il clima – si legge nell’articolo – consistono nelle azioni che conservano, ripristinano o migliorano l’uso o la gestione degli ecosistemi, mantenendo la loro capacità di assorbire e immagazzinare il carbonio dall’atmosfera, fornendo anche una serie di vantaggi aggiuntivi che altri approcci non offrono”. Un obiettivo concreto è quello di rendere i paesaggi le principali fonti di carbonio naturali della Terra entro il 2030: questo è possibile, stando a quanto i principali scienziati avrebbero individuato, attraverso la riduzione di 5 gigatonnellate di emissioni di anidride carbonica (CO2) all’anno.
Il ruolo della “meta economy”In occasione del suo intervento alla Ocean Conference 2022 Cristiana Falcone ha sottolineato come la “meta economy” (l’economia basata sulle interazioni tra i consumatori nel web 3.0) vada vista “come una possibilità per ridurre i consumi in beni materiali, per sostituirli con beni ed esperienze virtuali”, abbattendo così le emissioni di carbonio lungo tutta la catena di fornitura, dalle materie prime al prodotto finito. Ulteriori benefici per l’ambiente, quindi, emergerebbero in modo apprezzabile e misurabile “se mettessimo gli individui al centro del circolo virtuoso tra economie circolari e tecnologia”, aggiunge Cristiana Falcone, che in questo recente articolo pubblicato sul magazine di Professioni Digitali aveva già approfondito le opportunità per il marketing offerte dal metaverso.