Uno ha fatto di Twitter il canale principale di comunicazione durante tutto il suo mandato, l’altro ne ha fatto un uso decisamente più contenuto e incrementato nel corso della campagna elettorale: la sfida alle elezioni presidenziali americane tra il candidato repubblicano, l’attuale presidente Donald Trump, e il suo sfidante democratico Joe Biden, si è disputata non soltanto in tv, ma anche e soprattutto sui social. E proprio i social network saranno decisivi nella sfida che decreterà il presidente statunitense per i prossimi quattro anni, secondo una ricerca Eurispes che, attraverso l’analisi di fonti aperte, ha analizzato i tweet dal 1 gennaio 2020 al 31 ottobre 2020 con le seguenti parole chiave: Trump, Biden.
Trump e Biden, si legge nella ricerca, “si sono sfidati nella piazza di Twitter ed il risultato prodotto in termini quantitativi dove figurano nel testo le parole chiave Trump e Biden è stato imponente: 6.648.244 tweets, 854.156.875 mi piace, 235.486.896 condivisioni, 72.679.290 commenti e 26.754.798 citazioni”. Nella battaglia a suon di like, poi, il testa a testa è serrato: i post di Trump ottengono 44.554.011 di preferenze rispetto alle 39.518.906 ottenute da Biden. E ancora, i post con la parola Trump “sono quelli più condivisi, 10.492.996 di volte, contro i 7.901.142 di Biden”, mentre per le menzioni il presidente uscente quasi doppia l’avversario, con 756.845 contro 391.973.
“Queste elezioni – ricordano dall’Eurispes – saranno ricordate anche per i duri scontri social dove sono state chiamate ad intervenire, in modo sollecitato o a volte spontaneo tra mille polemiche, le piattaforme digitali come Twitter e Facebook”. Twitter è stata la piattaforma “che ha dato un indirizzo politico preciso volto a ridimensionare la campagna di Trump che spesso è stata borderline se non oltre, ma ha censurato anche notizie scomode riguardanti Biden che gli sarebbero costate un impeachment se questo fosse previsto per i candidati alla presidenza”, si legge ancora nello studio. Una battaglia a colpi di social che sarà indubbiamente decisa alle urne il 3 novembre 2020, ma non solo.
Oltre un miliardo di interazioni social dunque, con Trump che “con un terzo dei tweets che parlano dello sfidante, utilizzati da Biden, ottiene maggiori preferenze e condivisioni. – conclude la ricerca – Biden invece ha incentrato una campagna elettorale aggressiva”. Altro fattore da non sottovalutare “è la presenza di Barack Obama e Kamala Harris nella sfida presidenziale. L’America è sempre stata riconosciuta come una nazione guidata da un uomo forte al potere. Nel caso di Biden, è chiaro come, anche per motivi anagrafici, la Vice afroamericana avrà un ruolo di primissimo piano nella Governance del Paese. L’hashtag #BidenHarris ne è la prova e anche la presenza di Obama nelle retrovie di Biden è un segnale di una intera coalizione contro Trump”. Se Trump, però, “vince la guerra dei likes contro Biden, in proporzione si trova a far fronte ad un’ampia frangia di contestazione. Il dato più eloquente riguarda sicuramente i commenti. Molti dei commenti rivolti a Trump sono negativi. Seppur lo scambio sia reciproco tra i fan dei due candidati alla presidenza, su Trump c’è maggiore contestazione. I tweet più graditi sono un fattore che potrebbe dare una lettura diversa all’esito elettorale rispetto ad una proiezione social schiacciante di Biden se gli vengono sommate le influenze positive dei suoi angeli custodi Obama e Harris”. In merito, infine, al consenso, però, evidenzia la ricerca “molti Like di Trump provengono anche da persone che non sono famose e quindi rappresentano l’elettore americano tipo”.
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