Segnalare post che contengono fake news e immagini che riportano informazioni false. Questa una delle novità introdotte da Instagram per tutti i suoi iscritti. La piattaforma per condividere immagini e video è tra le più gettonate dell’ultimo decennio. Un’applicazione web utilizzatissima, disponibile inizialmente solo su iOS e dal 2012 anche per Android, che permette agli utenti di scattare foto, applicarvi filtri, per poi condividerle in rete. Nel 2012 Instagram è stata comprata per 1 miliardo di dollari da Facebook Inc, e ha subito avuto a che fare con problemi e questioni tipiche dei social network, come i profili falsi e le fake news. Da qui l’idea, già lanciata da Facebook nel 2016, di contrastare la diffusione delle notizie false, anche per via della sempre più crescente richiesta degli utenti.
Ma a chi sta stabilire se il contenuto in questione è falso o meno? Al progetto lavorano programmi di riconoscimento di immagini, seguiti da 54 aziende partner. Postare materiale falso non è vietato su nessuna piattaforma di proprietà di Manlo Park, ma cosa succede se la condivisione di un’informazione verte sul campo medico o addirittura sociale? In un recente rapporto, Adam Mosseri, attuale gestore di Instagram, ha dichiarato che il potenziale per prevenire danni è elevato, soprattutto se ad essere condivise sono informazioni errate relative alla salute.
Per segnalare un post, è sufficiente cliccare sui tre punti in alto a destra e scegliere l’opzione “Segnala” -“Non è appropriato” – “Informazioni false”. La richiesta viene, così, inoltrata direttamente al social, che verificherà quanto segnalato. Inizialmente l’opzione è stata disponibile solo per i dispositivi con sede Usa, ma ad oggi chiunque può avere accesso a questa novità. Del resto non tutto ciò che luccica è oro, e infatti già ci si chiede se il sistema, oltremodo sopraffatto, sia effettivamente in grado di gestire ulteriori informazioni sospette.
“Facebook non ha mai ridimensionato il programma di verifica dei fatti su Facebook per essere in grado di raggiungere tutti gli utenti e tutte le informazioni”, ha spiegato Robyn Caplan, studioso di politica dei media e delle informazioni presso Rutgers, che analizza la governance dei social media. Instagram una volta era la terra dei cosiddetti ‘filtri d’oro’ e la pace sembrava regnare. Più di recente, tuttavia, la piattaforma è entrata nella spirale di odio, bullismo e disinformazione che affligge praticamente ogni social media. È pur vero che essendo Instagram un sistema che rispetta la libertà di parola, se da una parte può affrontare in modo sensibile conversazioni complicate o culturalmente flesse, dall’altra il rischio di incappare in false dicerie o post inappropriati, è elevato. Ad oggi account falsi e creati con Photoshop sono sempre più diffusi. Riscontrano spesso molto successo, dal momento che attraggono marchi importanti e pubblicità. Spesso i “follower” cercano false illusioni e dunque un profilo che mostri loro vite perfette, vissute nel lusso li distrae dal mondo reale. Instagram era un’app nata per condividere ricordi felici, ma ad oggi sembra esser divenuta terreno fertile per fake news e “hater”. Il Fact checking, adesso, dovrebbe rendere l’applicazione un ambiente più sicuro, eliminando i post segnalati non dalla timeline, ma dalle parti dell’app dove gli utenti cercano contenuti, come ad esempio dalla tab “Explore”e dagli hashtag.
Considerando che Instagram ad oggi conta circa 111 milioni di utenti, sarà un processo arduo quello che i programmatori si propongono di affrontare. Gli utenti, nel frattempo, possono tutelarsi seguendo i profili riconosciuti dal database come “real” distinguibili grazie ad un sigillo blu, e segnalando immediatamente qualsiasi post inappropriato.
Gioia Perna
Leave a Reply