Pronti a lavorare per una startup e propensi a sfruttare lo “smart working”, considerando il contratto a tempo determinato come un’opportunità per l’acquisizione di più competenze presso più aziende. Sarebbe questo il pensiero dei millennials, evidenziato anche da alcune ricerche come quella condotta da ForceManager, che hanno sottolineato questo comportamento da ‘nomade digitale’ oggi molto in voga. Il 52% dei millennials preferisce, infatti, una professione agile che permetta una libertà sul carico di lavoro, gestibile in base alle proprie esigenze: una tendenza ad adattare il lavoro alla propria vita.
In generale, quando si sente parlare di millennials si ha a che fare con posizioni assai differenti sulle caratteristiche appartenenti a questa generazione ed una confusione generale che riguarda addirittura il lasso di tempo in cui è nata. Ma, ammettendo che la nascita degli appartenenti alla cosiddetta “Generazione Y” si può inquadrare tra l’inizio degli anni ’80 e la fine degli anni ’90, possiamo concentrarci su chi siano effettivamente, da cosa siano stati condizionati, e che cosa abbiano condizionato nel modo di pensare e di vivere della società di oggi. Partiamo col dire che i millennials sono nati nel corso di una delle maggiori rivoluzioni della società, cioè in coincidenza della rivoluzione digitale. Oggi i rapporti sociali, la conoscenza, il lavoro, sono tutti aspetti della vita profondamente influenzati da internet e dagli strumenti che abbiamo a disposizione. I millennials sono, infatti, la prima generazione che ha avuto a che fare con questo grande cambiamento, e forse l’unica che ne ha visto la nascita e lo sviluppo, assistendo in prima persona alla trasformazione della società in cui viveva la generazione X, cioè quella dei nati tra il ’60 e l’80, ancora tradizionale, nella società in cui viviamo oggi, smart, informata e sempre connessa. Questi fattori hanno mutato i rapporti dell’individuo con la comunità e con il lavoro e il funzionamento della società stessa e hanno portato a questa nuova “visione” del mondo del lavoro, distante dalle generazioni precedenti.
In uno studio dal titolo “Supertrend, investimenti per il lungo termine”, Julie Saussier-Clement, analista azionario Consumer Discretionary di Crédit Suisse, afferma che “i Millennials sono influenti e presto diventeranno degli investitori. Sono la generazione con più consapevolezza in materia di sostenibilità e sono disposti a pagare per prodotti e servizi ritenuti sostenibili o realizzati da aziende responsabili sul piano sociale e ambientale. Inoltre sostengono la tecnologia pulita, come l’energia rinnovabile, i veicoli elettrici o gli edifici intelligenti e l’efficienza energetica. Relativamente ai consumi, favoriscono i brand tecnologici, sono sensibili ai prezzi poiché la maggior parte si è laureata nel corso della crisi finanziaria. Preferiscono spendere i loro soldi in esperienze che consentano loro di interagire coi loro amici”.
Secondo Uwe Neumann, analista equity su Telecom e Information Technology, nei prossimi anni la digitalizzazione sarà destinata a durare, e i vincitori saranno i cosiddetti “digitizer”, in particolare le società che gestiscono piattaforme internet, che innovano costantemente per far fronte al passaggio strutturale verso esperienze online. Inoltre, le agenzie di web advertising, aziende che creano nuovi ecosistemi sulla base dell’Internet of Things e del cloud computing, dovrebbero guadagnare nel lungo termine.
Termini e professioni che fanno parte del mondo digitalizzato e che sono state create e sono sfruttate proprio da questa generazione, che ne è consapevole e punta sull’investire tempo e denaro verso questa direzione. I millennials sono stati i primi fruitori di questo nuovo mondo, e in mezzo a loro ci sono quelli che hanno permesso la progressione e la nascita di prodotti e servizi che hanno influenzato ormai miliardi di persone, come Google, Facebook, YouTube. Sono gli attori e i registi della digitalizzazione, una generazione che di certo ha impattato sul mondo in modo profondo. Molto probabilmente sono e saranno i protagonisti degli investimenti del futuro, su prodotti e servizi considerati la prossima frontiera dello sviluppo, come il 5G e l’Internet of Things.