Con 50 milioni di download, Signal è l’applicazione di messaggistica più usata e scaricata del momento. Complice, infatti, il cambiamento dei termini di servizio e dell’informativa relativa alla privacy, WhatsApp sta perdendo pian piano terreno e molti utenti stanno optando per Telegram e Signal, appunto. L’impennata di download registrata nelle ultime settimane ha mandato ha mandato in tilt il servizio di messaggistica, creando molti problemi ai nuovi utenti che avevano iniziato ad usufruirne. Nonostante il successo del momento, è importante evidenziare come Signal non sia un’applicazione del tutto nuova o agli esordi nel settore. Infatti, essa esiste fin dal 2014, ma per molto tempo il suo utilizzo è stato circoscritto ad un numero ristretto di utenti.
Signal è il risultato dell’evoluzione di “RedPhone”, applicazione dedicata alle chiamate vocali, e di “TextSecure”, servizio di messaggistica istantanea. Il grande punto di forza dell’app è la sua attitudine alla crossmedialità, poiché il servizio è compatibile con smartphone Android e iOS, così come con i PC con sistema operativo Windows, macOS e Linux. Inoltre, il download è completamente gratuito. L’utente, dal canto suo, è libero di effettuare una donazione, senza impegno, contribuendo al progetto; in questo modo, il team di sviluppo dell’applicazione può proseguire il lavoro liberamente, senza dover mettere in discussione le politiche di privacy già portate avanti, né avere l’obbligo di dover attivare forme di pubblicità e tracciamento.
Signal offre tutto quello che un’app di messaggistica istantanea dovrebbe avere in dotazione: chat individuali e di gruppo; il servizio di “messaggi effimeri”, quelli che scompaiono in modo automatico al trascorrere di un certo periodo di tempo, senza dimenticare la possibilità di inoltrare vocali e contenuti multimediali di diverso formato (foto, GIF, sticker, emoticon, video). Ovviamente, l’utente Signal potrà usufruire anche delle chiamate, sia solo audio, sia con il supporto video, oltre che di alcune opzioni davvero particolari, quali: un editor per il ritocco delle immagini; il tema “scuro” da poter attivare, qualora l’utente si trovi in ambienti bui o usi il cellulare di notte, così da non affaticare la vista; un’organizzazione “avanzata” delle notifiche, in modo da poter gestire autonomamente i singoli contatti della rubrica; la disattivazione delle notifiche di lettura, delle informazioni sull’ultimo accesso e dell’indicatore “sta scrivendo”; la personalizzazione dello sfondo delle chat; la possibilità di aggiornare lo stato e di inserirne uno predefinito o creato dallo stesso utente; la funzionalità “Low Data”, che consente di limitare il traffico dati, nel momento in cui si fruisce dell’app per telefonare; il comando con cui selezionare su quali contenuti attivare il download automatico; l’opzione per invitare i contatti a prender parte ad una chiamata, per un massimo di 8 partecipanti, tramite un apposito link.
Signal, poi, usa un sistema di crittografia, definito “end – to – end”, il cui protocollo fa sì che le conversazioni e le informazioni scambiate siano visibili soltanto ai due interlocutori, poiché neppure i gestori del servizio vi potranno accedere. Già nel lontano 2017, Signal era stato consigliato da alcuni leader del Senato americano ai membri dello staff, in virtù della sua affidabilità ed efficacia comunicativa. Infine, con il tempo, è diventata l’app prediletta di alcune prestigiose testate giornalistiche, quali il Washington Post, The Guardian, New York Times e Wall Street Journal.
Ivana Notarangelo