Accusa di “monopolio” e miliardi di dollari a rischio. Dalla Corte Suprema degli Stati Uniti è arrivato uno schiaffo pesante ad Apple, accusata di “monopolio” quando chiede a chi possiede i dispositivi di Cupertino di scaricare app soltanto dall’App Store, con i prezzi che prevedono una commissione del 30%. Con cinque voti a favore e quattro contrari, la Corte Suprema ha dato il via libera alla causa contro Apple, che adesso vede seriamente minacciato il proprio modello di business e i suoi guadagni miliardari.
Apple è accusata di essere monopolista nel mercato della vendita delle app e di aver utilizzato illegalmente il suo potere di monopolio, costringendo i proprietari di iPhone, e altri dispositivi di Cupertino, a pagare prezzi gonfiati per tutte le app e i software che acquistano sullo store. I consumatori, inoltre, hanno denunciato anche la politica che prevede che il prezzo di ogni app abbia sempre quei famosi “99 centesimi”: in questo modo gli sviluppatori possono alzare i prezzi di un dollaro e non optare per rincari più contenuti.
La decisione della Corte Suprema, dunque, pur non entrando direttamente nel merito dell’azione legale, stabilisce che quest’ultima può essere portata avanti. “Se accettata, la teoria di Apple sarebbe una roadmap per evitare le rivendicazioni antitrust da parte dei consumatori”, ha spiegato il giudice Brett Kavanaugh, che ha redatto l’opinione della Corte Suprema. I giudici liberal Ruth Bader Giunsburg, Stephen Breyer, Sonia Sotomayor e Elena Kagan hanno votato seguendo la linea di Kavanaugh.
Il segmento dei servizi è da tempo al centro del business di Apple, soprattutto per bilanciare il calo delle vendite registrato per gli iPhone, e proprio la commissione prevista per gli acquisti su App Store rappresenta un canale di guadagno e di crescita certo e garantito. Almeno fino ad oggi. Adesso bisognerà capire come andrà avanti la class action degli utenti. Quando si è diffusa la notizia della decisione della Corte Suprema, i titoli Apple sono arrivati a perdere il 5,3% a Wall Street, anche a causa della guerra dei dazi fra Stati Uniti e Cina.
“La decisione indica che i querelanti possono procedere in corte distrettuale. – ha fatto sapere la stessa Apple con una nota – Siamo certi che prevarremo quando verranno presentati i fatti, e che l’App Store non è un monopolio. Siamo orgogliosi di aver creato la piattaforma più sicura e affidabile per i clienti e una grande opportunità di business per tutti gli sviluppatori di tutto il mondo, che stabiliscono il prezzo che vogliono per la loro app. Apple non ha alcun ruolo in questo. La maggior parte delle app su App Store è gratuita e Apple non ricava nulla da queste. L’unica occasione in cui Apple condivide le entrate è se lo sviluppatore sceglie di vendere servizi digitali attraverso l’App Store. Gli sviluppatori hanno un certo numero di piattaforme per il loro software – dagli altri negozi di app, alle Smart TV alle console – e lavoriamo duro ogni giorno per rendere il nostro negozio il migliore, il più sicuro e più competitivo del mondo”.
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